L’anno era il 2007, dai miei vicini di casa arrivava una inaspettata proposta che non si poteva rifiutare: un viaggio di circa 3 settimane negli Stati Uniti. Come desistere. Passare 24 giorni girando la California, il Nevada e toccando anche l’Arizona, a 17 anni sembrava tutto incredibile.
12 Luglio, Malpensa: io, Maurizio (il mio vicino) e i suoi due figli, prendiamo il volo con destinazione San Francisco, mentre il resto del gruppo, formato da mio fratello Alessandro e da Rosella, partirà qualche giorno in ritardo per degli impegni esterni. Il mio primo viaggio in aereo e mi toccano subito 12 ore di volo: fantastico!!
Dopo un lungo volo, finalmente si arriva a San Francisco. La città americana che più si avvicina alle città europee. Il primo pensiero: “Che spettacolo!”. Per le strade si incontrano persone provenienti da tutte le parti del mondo e le diverse comunità presenti a “Frisco” hanno lasciato un segno permanente in essa. Ogni quartiere ha una propria storia da raccontare, si passa da Chinatown a North Beach (il quartiere italiano), da Haight-Ashbury al quartiere economico pieno di grattacieli, passando ovviamente per tutte le strade saliscendi che caratterizzano San Francisco e, visto che ci siamo, percorriamo anche la Lombard Street (la strada più tortuosa del mondo) arrivando così sulla Columbus Avenue, che ci porta davanti al Porto della città. Da qui si vede subito il Bay Bridge, che fa da collegamento verso Oakland. Quindi torniamo sui nostri passi e procediamo verso nord passando per il Pier 39 e il Fisherman’s Warf, per poi arrivare a Presidio e così avvistare e, assolutamente, fotografare il simbolo di questa città: il Golden Gate Bridge, il maestoso ponte rosso, che fa letteralmente da porta verso la baia di San Francisco. Ma prima di lasciare questa stupenda città, dobbiamo andare a visitare un altro monumento, la prigione di Alcatraz!
Con San Francisco alle spalle ci dirigiamo verso tre parchi nazionali percorrendo la California 1 per ammirare il tramonto sull’oceano, dopodichè viriamo verso l’entroterra per raggiungere la prossima meta, la patria dei giganti verdi, il Sequoia National Park. Un posto che lascia senza parole, ci sono alberi di cui vedi l’inizio, ma fatichi a trovarne la fine, neanche le foto riescono a spiegarlo. Il secondo parco è lo Yosemite National Park, un parco bello, grazie alla sua diversità, in quanto al suo interno si possono trovare cascate, torrenti, sequoie e anche cime granitiche. Infine, dopo aver preso una boccata d’aria, all’interno di queste “altissime” foreste, è ora di andare a visitare un altro parco, un po’ diverso, il Death Valley National Park, molto più caldo dei precedenti, le temperature arrivavano anche a 50 gradi e non si respirava neanche di notte con 30 gradi, un deserto, con al centro di esso l’hotel che ci ha ospitati, il Furnace Creek Ranch, un’oasi verde in mezzo al nulla, sembrava quasi un miraggio!
Dopo esserci abbrustoliti per bene nel deserto, seguiamo la strada che ci porta verso la città che non dorme mai, Las Vegas, un parco divertimenti per adulti, circondato solo da sabbia ardente. Una delle cose più belle che si notano in questa città è il passaggio dal tramonto alla notte, quando il sole inizia a calare e le luci della città si accendono, le strade si riempiono e Las Vegas inizia a vivere. Con i suoi hotel/casinò che si rifanno ai luoghi e le città più famose del mondo, si parte dalla sfinge, con annessa piramide, del Luxor, per poi passare dal Venetian, dove puoi anche farti un giro in gondola, arrivando al Bellagio, ispirato all’omonima città italiana. Ma il tempo passa veloce e la nostra permanenza a Las Vegas è terminata, così si riparte.
Dopo Las Vegas, prendiamo la strada che ci fa passare sopra la famosa Hoover Dam ed entriamo in Arizona, per arrivare alla nostra prossima tappa, il Grand Canyon National Park! Non ci sono parole adatte a descriverlo, avete presente le foto che vedete in giro che lo ritraggono (le mie comprese), ecco, quelle sembrano dei semplici dipinti, a vederlo di persona si è bombardati da tantissime emozioni, stupore, felicità, paura, di tutto. Questa gola creata dal Colorado River è lunga 446 chilometri, e nel suo punto di altezza massima raggiunge i 1600 metri, pensate che se vi buttate da questa altezza impiegate ben 18 secondi per arrivare alla fine della vostra corsa, e di qualcos’altro!
Conclusa la visita al maestoso Grand Canyon, ci avviciniamo alle ultime battute di questo viaggio, mancano soltanto San Diego e Los Angeles da visitare. La prima, a detta di molti, è una città molto bella da visitare, ma sarà il poco tempo a nostra disposizione per esplorarla che non ce l’ha fatta amare, abbiamo visto solo lo Zoo e una piccola parte della città, Little Italy, per non staccarci molto dalle nostre radici. La seconda invece non ha deluso le aspettative, anche qui il tempo scorreva troppo in fretta, però ce la siamo cavata bene. Il primo giorno, la tappa d’obbligo è stata Disneyland, avevamo bisogno di altre emozioni. Il secondo giorno invece abbiamo visitato la città: siamo partiti dalla Walk of Fame, con il teatro cinese, poi siamo andati a vedere da vicino l’Hollywod Sign, abbiamo salutato il principe di Bel-Air, passando anche per Beverly Hills, ci siamo fatti una passeggiata nella via del lusso e della moda, la Rodeo Drive, ed infine, concludiamo il nostro lungo viaggio sul molo di Santa Monica, dove siamo rimasti fino a tarda sera, per goderci un bellissimo tramonto.
Il viaggio è giunto al termine, ed è ora di volare verso la nostra piccola Italia., anche se la voglia di restare è troppo grande, ma ci saranno altre opportunità per tornarci.
Spero di avervi fatto rivivere quelle emozioni, e spero anche di avervi fatto venire voglia di visitare questi luoghi fantastici. Un grazie speciale per questo viaggio indimenticabile va a Maurizio, Rosella, Alessio, Gaia e Alessandro.